

Analisi Congiunturale e Scenari
Congiuntura Flash Giugno 2025
Lo scenario economico di giugno 2025 è dominato da un doppio shock negativo: l'imposizione di dazi statunitensi sull'export e un'impennata dei prezzi energetici, scatenata dal conflitto tra Israele e Iran.
Questa combinazione sta deteriorando la fiducia di imprese e consumatori, proiettando ombre significative sulla ripresa dei consumi e degli investimenti in Italia. Un elemento cruciale e inatteso è la rapida svalutazione del Dollaro rispetto all'Euro, che, sommando i suoi effetti a quelli dei dazi, di fatto "raddoppia" la barriera all'export per le imprese dell'Eurozona, portandola a superare il 20%.
In questo contesto complesso, l'economia italiana mostra segnali contrastanti. Mentre il settore dei servizi dà indicazioni di ripresa per il secondo trimestre e il mercato del credito beneficia dei tagli dei tassi operati dalla BCE, l'industria rimane su livelli depressi e a rischio. L'export ha subito una brusca frenata ad aprile, e le attese sugli investimenti si indeboliscono a causa dell'elevata incertezza. Il quadro internazionale conferma le difficoltà, con un rallentamento nell'Eurozona, una produzione debole negli Stati Uniti e un'industria cinese colpita direttamente dai dazi. La politica monetaria della BCE, resa più accomodante dall'Euro forte che modera l'inflazione, rappresenta l'unico fattore chiaramente positivo, sostenendo il credito e potenzialmente la crescita interna.
1. Scenario macroeconomico: un doppio shock di dazi ed energia
Lo scenario economico, già complesso, è stato aggravato da due fattori principali che hanno peggiorato le attese e aumentato l'incertezza.
- Rincaro dei prezzi dell'energia: il conflitto tra Israele e Iran ha causato una brusca risalita del prezzo del petrolio. Dopo una fase di calo a inizio 2025, il Brent ha raggiunto i 77 dollari al barileil 20 giugno, rispetto a una media di 63 dollari a maggio. Anche il prezzo del gas in Europa (TTF) è rincarato, attestandosi a 40 €/mwhdal minimo di 34 €/mwh toccato a maggio.
- Impatto dei dazi e deterioramento della fiducia: l'introduzione di dazi sull'export sta colpendo la fiducia e le esportazioni. Questo, unito all'incertezza geopolitica, rappresenta un segnale negativo per le prospettive di consumi e investimenti.
In controtendenza, un elemento positivo è la prosecuzione del taglio dei tassi di interesse nell'Eurozona da parte della Banca Centrale Europea.
2. L'economia italiana: un quadro misto e fragile
L'analisi dell'economia italiana rivela una performance disomogenea tra i diversi settori, con segnali di debolezza che mettono a rischio la stabilizzazione.
Consumi e fiducia
La propensione al consumo mostra segnali di frenata a causa del calo della fiducia.
- Fiducia dei consumatori: a maggio è scesa per il terzo mese consecutivo.
- Vendite al dettaglio: la crescita è modesta, con un +0,5% ad aprile e un +0,2% acquisito nel secondo trimestre.
- Immatricolazioni auto: a maggio si registra una nuova, lieve flessione (-0,1% annuo).
Investimenti
Dopo un primo trimestre sorprendentemente positivo (+1,6%), le attese per il secondo trimestre sono in frenata.
- Indicatori deboli: la fiducia delle imprese a maggio è aumentata di poco, rimanendo su valori bassi.
- Incertezza elevata: il clima di incertezza scoraggia le decisioni di investimento.
- Ordini in calo: gli ordini di beni strumentali sono negativi e le attese su nuovi ordini calano per il secondo mese consecutivo.
Industria
Il settore industriale mostra una stabilizzazione a rischio, con indicatori contrastanti.
- Produzione: aumentata del +1,0% in aprile, iniziando positivamente il secondo trimestre, ma i livelli complessivi rimangono depressi dopo i cali del 2023 e 2024.
- Indicatori sfavorevoli: l'indice PMI a maggio è ancora in area di contrazione (49,2), e la fiducia delle imprese industriali mostra un recupero minimo. I rischi legati ai dazi per il settore sono alti.
Servizi
Il settore dei servizi, dopo un primo trimestre negativo (-0,1% il valore aggiunto), mostra segnali di ripartenza.
- Turismo: la spesa degli stranieri ha registrato un +4,1% annuo nel primo trimestre.
- Indicatori favorevoli per il Q2: il fatturato è in crescita ad aprile (dati RTT CSC-TeamSystem) e l'indice HCOB-PMI di maggio si è irrobustito (53,2 da 52,9).
Credito e Tassi
Le condizioni del credito sono in miglioramento, grazie alla politica monetaria della BCE.
- Credito alle famiglie: in aumento robusto, con un +1,3% annuo in aprile.
- Credito alle imprese: la variazione annua resta negativa (-0,8%), ma la dinamica degli ultimi mesi è tornata positiva.
- Costo del credito: il taglio dei tassi si è tradotto in un ribasso significativo del costo del credito, passato dal 5,3% di un anno prima al 3,8%.
Export
Le esportazioni italiane hanno subito una brusca frenata ad aprile, principalmente a causa dei mercati extra-UE.
- Calo complessivo: l'export si è ridotto del -2,8%ad aprile a prezzi costanti.
- Dinamiche geografiche: si è registrato un crollo delle vendite verso i paesi extra-UE, mentre quelle verso i mercati UE sono aumentate.
- Effetto "Front-Loading": il dato di aprile è influenzato da un anticipo di vendite verso gli USA avvenuto a marzo. Al netto di questo effetto, la flessione stimata è più contenuta (-0,6%).
- Trend di inizio anno: nonostante il calo di aprile, l'export nei primi quattro mesi del 2025 rimane in crescita (+3,2% rispetto ai quattro mesi precedenti).
3. Dinamiche valutarie e politiche monetarie
La svalutazione del Dollaro USA rispetto all'Euro rappresenta un fenomeno centrale, con profonde implicazioni per l'economia europea.
La Rapida Svalutazione del Dollaro
Dall'insediamento dell'amministrazione Trump a gennaio 2025, il cambio Dollaro-Euro è passato da 1,04 a 1,16 a metà giugno (-11,4%). Gran parte di questa svalutazione (-7,1%) si è verificata dopo l'annuncio dei dazi americani il 2 aprile. Questo andamento è anomalo e contraddice due fattori chiave:
- Differenziale dei tassi: la FED mantiene i tassi fermi al 4,50%, mentre la BCE ha continuato a tagliare fino al 2,00%. Un differenziale così ampio (+2,50 punti) dovrebbe attrarre capitali verso gli USA e rafforzare il Dollaro.
- Imposizione di dazi: i dazi stessi, riducendo le importazioni USA, dovrebbero teoricamente portare a un rafforzamento della valuta.
La causa principale di questa svalutazione è identificata nell'elevata incertezza legata alle politiche USA, che spinge gli investitori a ridurre l'esposizione al Dollaro.
Impatti per l'Economia Italiana ed Europea
La combinazione di Euro forte e dazi USA crea un doppio svantaggio per l'export.
Conseguenze Negative |
Conseguenze Positive |
"Raddoppio" dei dazi: l'effetto dell'Euro forte si somma ai dazi del 10%, creando una "barriera all'export totale" stimata sopra il 20%. |
Moderazione dell'inflazione: un Euro forte riduce il costo dei beni importati (come il petrolio, quotato in dollari), contribuendo a frenare l'inflazione nell'Eurozona. |
Effetto contagio: altre valute legate al Dollaro potrebbero svalutarsi, estendendo l'impatto negativo su altri mercati di sbocco. |
Sostegno al potere d'acquisto: la minore inflazione protegge il reddito reale delle famiglie. |
Resilienza Messa alla prova: sebbene l'export italiano sia competitivo sulla qualità, l'impatto sui prezzi è inevitabile. L'effetto è tuttavia condiviso da tutti i competitor dell'Eurozona. |
Spazio per la BCE: un'inflazione contenuta offre alla BCE maggiore flessibilità per proseguire con una politica monetaria espansiva, sostenendo consumi e investimenti. |
4. Contesto Economico Globale
Il rallentamento non è confinato all'Italia, ma caratterizza le principali economie mondiali.
- Eurozona: l'area registra un rallentamento con incertezza elevata e fiducia stagnante. La produzione industriale ha subito un forte calo ad aprile (-2,4%), coinvolgendo i principali partner italiani come Germania (-1,9%)e Francia (-1,4%). I PMI manifatturieri di maggio sono quasi tutti in area recessiva.
- Stati Uniti: il PIL del primo trimestre è stato rivisto al ribasso (-0,2%). La produzione industriale è in frenata (-0,2% a maggio) e la crescita degli occupati rallenta (+139 mila a maggio), anche se la fiducia dei consumatori si mantiene su livelli discreti.
- Cina: l'industria è colpita dai dazi USA. La produzione industriale a maggio (+5,8% annuo) segna il dato più basso da sei mesi e il PMI manifatturiero (48,3) è tornato in contrazione. L'export frena, con un crollo del 34,5%verso gli USA, parzialmente compensato dalle vendite verso il Sud-Est asiatico (+14,8%) e l'Europa (+12,0%). I consumi interni, invece, accelerano (+6,4% le vendite al dettaglio).