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    Analisi Congiunturale e Scenari :

    Analisi congiunturale Luglio 2025

Analisi Congiunturale e Scenari

Analisi congiunturale Luglio 2025

L'analisi della Congiuntura Flash di luglio 2025 rivela uno scenario dominato da una crescente incertezza, alimentata principalmente dalle politiche sui dazi statunitensi e da una significativa svalutazione del dollaro.

Questi fattori stanno esercitando una forte pressione sull'economia italiana, causando una frenata su esportazioni, consumi e investimenti. Sebbene elementi positivi, come il parziale rientro del prezzo del petrolio e i tagli dei tassi da parte della BCE offrano un certo sostegno, la fiducia di imprese e famiglie rimane bassa, orientando le decisioni verso la prudenza e il risparmio precauzionale.

L'analisi di Confindustria evidenzia una stagnazione dell'industria e una crescita debole dei servizi nel secondo trimestre. Il rischio più grave è rappresentato dalla potenziale escalation dei dazi USA al 30% a partire da agosto, una misura definita "insostenibile". Una simulazione del Centro Studi Confindustria stima che tale scenario ridurrebbe il PIL italiano dello 0,8% entro il 2027, con un crollo del 58% dell'export verso gli Stati Uniti e la perdita di quasi 200.000 unità di lavoro equivalenti. Il contesto internazionale è eterogeneo, con un'Eurozona in difficoltà (ad eccezione della Spagna), segnali contrastanti dagli USA e una Cina in crescita ma con una domanda interna volatile.

1. Scenario Globale: Incertezza Crescente e Fattori Contrastanti

Il contesto economico è definito "complicato" a causa di una serie di forze contrapposte. L'aumento dell'incertezza, guidato dalle politiche commerciali americane, erode la fiducia e funge da freno per le principali componenti della crescita economica.

Fattori di rischio e pressione

  • Dazi USA e incertezza: gli annunci di ulteriori dazi da parte degli Stati Uniti hanno provocato un'impennata dell'incertezza di politica economica a livelli storici, superando persino i picchi della pandemia. L'indice Economic Policy Uncertaintynegli USA è più che raddoppiato nella prima metà di luglio 2025 rispetto a dicembre 2024 (+131%), alimentando un aumento dell'incertezza globale (+86%).
  • Svalutazione del dollaro: il dollaro si è notevolmente indebolito rispetto all'euro, raggiungendo una media di 1,17 a luglio con picchi di 1,18. Questo rappresenta un aumento del 13,3% rispetto al minimo di 1,04 di gennaio. La svalutazione è alimentata sia dai dazi sia dalle peggiori attese sull'economia americana, creando premesse negative per l'export europeo.

Fattori di sostegno e mitigazione

  • Tregua energetica: il picco del prezzo del petrolio di giugno (79 $/barile) si è rivelato di breve durata, con le quotazioni rientrate a una media di 71 $/barile a luglio grazie al cessate il fuoco tra Israele e Iran. Tuttavia, i prezzi rimangono elevati rispetto ai livelli di maggio (64 $/barile).
  • Inflazione contenuta e tassi in calo: l'inflazione si mantiene bassa sia in Italia (+1,7% a giugno) che nell'intera Eurozona (+2,0%). Questo ha permesso alla BCE di tagliare i tassi al 2,00% a giugno, con la possibilità di ulteriori riduzioni. Ciò sta contribuendo ad abbassare il costo del credito per le imprese italiane (3,7% a maggio) e a sostenere una lenta risalita dei prestiti (-1,4% annuo).

2. Impatto sull'economia italiana: una frenata generalizzata

L'economia italiana mostra chiari segni di rallentamento nel secondo trimestre del 2025, con quasi tutti i principali aggregati economici che registrano una performance debole o in calo.

Esportazioni: debolezza diffusa e rischio-dazi

L'export italiano di beni è in calo nel secondo trimestre, con una diminuzione del 3,6% in valore nel periodo aprile-maggio rispetto al primo trimestre. La flessione è particolarmente accentuata nei mercati extra-UE (-5,7%), mentre è più contenuta nell'area intra-UE (-1,5%).

  • Cina: il deficit commerciale con la Cina si sta ampliando, con un export italiano in caduta e un import in forte aumento.
  • Stati Uniti: gli scambi con gli USA hanno tenuto in aprile-maggio (+0,4% tendenziale), ma questo dato segue un'accelerazione nel primo trimestre (+11,8%) dovuta al frontloading (anticipo degli ordini per evitare i dazi). Secondo un'indagine della Banca d'Italia, l'80% delle imprese con principale mercato di destinazione gli USA prevede una riduzione dell'export a partire dal secondo trimestre.

Consumi: frenati dal risparmio precauzionale

Nonostante una buona crescita del reddito reale disponibile nel primo trimestre (+0,9%), i consumi delle famiglie sono aumentati molto meno (+0,2%). Questo divario è dovuto a un aumento della quota di risparmio, spinto dall'incertezza e dalla bassa fiducia. Gli indicatori per il secondo trimestre non mostrano miglioramenti:

  • La fiducia delle famiglie è scesa ulteriormente a giugno.
  • Le vendite al dettaglio registrano una variazione acquisita nulla.
  • Le immatricolazioni di auto sono crollate (-17,4% annuo).

Investimenti: debolezza e ponderazione

Gli indicatori per gli investimenti nel secondo trimestre segnalano un indebolimento. L'alta incertezza è definita "nemica giurata delle decisioni di investimento".

  • Le condizioni generali per investire sono in peggioramento.
  • La fiducia delle imprese, pur recuperando a giugno, rimane su valori bassi (93,9).
  • Gli ordini di beni strumentali continuano a essere negativi da mesi (-19,0).

Settore industriale e servizi

  • Industria: la produzione industriale è tornata a scendere a maggio (-0,7%) dopo un dato positivo in aprile. Il settore appare stagnante nel secondo trimestre, con l'indice PMI manifatturiero sceso ulteriormente in area recessiva a giugno (48,4 da 49,2).
  • Servizi: il settore dei servizi, pur rallentando, rimane in area di espansione. L'indice HCOB-PMI di giugno si attesta a 52,1 (pur scendendo da 53,2). La spesa dei turisti stranieri (+5,2% annuo in aprile) continua a fornire un contributo positivo.

3. FOCUS: L'Impatto dei Dazi USA al 30% sull'Italia

L'analisi si concentra sul rischio principale per l'economia: l'aumento dei dazi USA sui prodotti UE dal 10% attuale al 30% a partire dal 1° agosto 2025, in assenza di un accordo.

Scenario e rischi

I dazi attuali del 10% si sommano a tariffe già elevate su settori specifici come autoveicoli (25%) e acciaio/alluminio (25%-50%). Le nuove misure potrebbero essere estese a beni oggi esenti (farmaceutici, semiconduttori, etc.), rendendo l'UE uno dei partner commerciali più colpiti, al pari della Cina.

Simulazione dell'Impatto economico

Una simulazione del Centro Studi Confindustria su uno scenario con dazi permanenti al 30% e cambio euro-dollaro ai livelli attuali delinea un impatto "insostenibile" e pesante sull'economia italiana.

  • Crollo dell'export verso gli USA: le vendite di beni italiani negli Stati Uniti si ridurrebbero di circa 38 miliardi di euro, pari al 58% del totale verso quel mercato.
  • Impatto su produzione e PIL: l'effetto totale, considerando le connessioni indirette, equivarrebbe al 4,0% della produzione manifatturiera. Il livello del PIL nel 2027 risulterebbe inferiore dello 0,82% rispetto a uno scenario senza dazi.
  • Impatto occupazionale: si stima una perdita cumulativa entro il 2027 di 197.000 ULA (Unità di Lavoro Annue) e 116.000 occupati (teste).

Strategie di mitigazione

Per contrastare questo scenario, vengono suggerite due direttrici strategiche:

  1. Potenziare il mercato unico europeo: ridurre le barriere interne per renderlo più resiliente agli shock globali.
  2. Diversificare i mercati di sbocco: puntare su mercati ad alto potenziale di crescita come Mercosur, India, Australia e i paesi ASEAN.

4. Contesto internazionale: andamenti divergenti

  • Eurozona: l'area mostra segnali di difficoltà. A maggio la produzione è calata in Francia (-0,5%) mentre è cresciuta in Germania (+2,2%) e Spagna (+0,6%). Tuttavia, gli indici PMI di giugno indicano che Germania e Francia sono in affanno sia nei servizi che nella manifattura. L'unica eccezione è la Spagna, che si conferma in netta espansione.
  • Stati Uniti: il quadro è misto. Il PIL del primo trimestre è stato rivisto al ribasso (-0,1%), ma nel secondo trimestre la produzione industriale è cresciuta (+0,3%), l'occupazione è aumentata significativamente (+147 mila a giugno) e la fiducia dei consumatori è migliorata a luglio.
  • Cina: l'economia cinese appare in salute, con una crescita del PIL del +5,2% nel secondo trimestre. La crescita è trainata dalla manifattura (+6,8% annuo a giugno), in particolare nei settori high-tech. La domanda estera resta robusta (+5,8%). Tuttavia, la frenata delle vendite al dettaglio (+4,8% a giugno) segnala una persistente volatilità dei consumi interni, che potrebbe richiedere ulteriori stimoli per raggiungere l'obiettivo di crescita annua del 5,0%.