

Analisi Congiunturale e Scenari
Rapporto di previsione primavera 2025
Il "Rapporto di previsione primavera 2025" delinea uno scenario economico per l'Italia e l'Eurozona caratterizzato da una crescita moderata nel biennio 2025-2026. La dinamica del PIL sarà prevalentemente sostenuta dai consumi privati, con un contributo minore dalle esportazioni nette e una frenata degli investimenti fissi lordi nel 2025, seguita da una loro ripresa nel 2026 (Fonte: Centro Studi Confindustria).
Il rapporto evidenzia diverse sfide e opportunità, tra cui l'impatto dell'incertezza geopolitica, le politiche monetarie della BCE, l'attuazione del PNRR e le dinamiche del commercio internazionale, in particolare alla luce delle tensioni protezionistiche. Viene inoltre analizzata la situazione di settori specifici dell'industria italiana e il contesto energetico globale e nazionale.
Temi e Idee Chiave
1. Bassa Produttività Europea e Sottodimensionamento delle Imprese:
- La bassa produttività europea è attribuita a minori investimenti, soprattutto quelli "produttivi" (al netto delle costruzioni), rispetto a Cina e Stati Uniti. Il divario di investimento è quantificato in circa 1,1 punti di PIL l'anno in meno nella UE rispetto agli USA.
- Il gap accumulato negli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S) dal 2000 ad oggi supera i 17 punti di PIL rispetto agli Stati Uniti.
- Il sottodimensionamento e la bassa capitalizzazione delle imprese europee sono identificati come cause parziali dei bassi investimenti. La scarsa presenza di aziende europee tra le prime dieci a livello mondiale (solo una al 25° posto) e lo "scarso dinamismo dei capitali finanziari in UE" sono citati come freni alla crescita dimensionale e agli investimenti.
2. Impatto dell'Incertezza Geopolitica e del Protezionismo:
- L'incertezza economica e politica, alimentata dai "ripetuti annunci sui dazi", ha raggiunto massimi all'inizio del 2025, influenzando negativamente le decisioni di investimento e gli scambi globali.
- Si registra un aumento significativo delle misure protezionistiche a livello mondiale, con oltre 3.400 all'anno dal 2022, rispetto a meno di 500 prima del 2020.
- Un'escalation protezionistica con ritorsioni tariffarie tra le principali economie minaccerebbe la struttura del commercio e della produzione internazionale, con "profonde ricadute sul PIL globale".
- Lo scenario di previsione include l'impatto dell'incertezza causata dagli annunci di dazi per la prima metà del 2025, ma non considera ulteriori dazi e contromisure. Questa incertezza persistente è vista come un "forte limite alla crescita".
3. Dinamiche del PIL e delle Componenti della Domanda:
- Nel 2025, la crescita del PIL sarà trainata principalmente dai consumi e, in misura minore, dalle esportazioni nette. Gli investimenti fissi lordi contribuiranno negativamente (-0,2%).
- Nel 2026, i consumi rimarranno il motore principale, affiancati dalla ripresa degli investimenti, mentre il contributo delle esportazioni nette sarà quasi nullo.
- La dinamica dei consumi delle famiglie nel 2024 è stata modesta (+0,4%), frenata da un aumento della propensione al risparmio a causa dell'"elevata incertezza sullo scenario internazionale". Si prevede un'accelerazione dei consumi nel 2025 (+0,8%) e nel 2026 (+1,0%), sostenuti dall'aumento del reddito reale, dalla riduzione dei tassi di interesse e dal credito.
4. Investimenti: PNRR, Incentivi e Macchinari:
- Gli investimenti in fabbricati non residenziali hanno mostrato una crescita robusta nel 2024 (+9,6%), sostenuti dalle risorse del PNRR. Senza questi fondi, la crescita sarebbe stata significativamente inferiore (+3,0%). Si prevede che questa componente continuerà a crescere nel 2025 e 2026 grazie alle risorse pianificate del PNRR ("+7,5% e +4,9%").
- Gli investimenti in abitazioni sono in calo a causa del depotenziamento degli incentivi.
- La spesa in impianti e macchinari è diminuita nel 2024, in parte a causa dell'attesa di Transizione 5.0 e della successiva scarsa attrattività della misura. Si prevede una contrazione anche nella prima parte del 2025. Il Piano Transizione 5.0 si è rivelato "poco efficace nel 2024 e dovrebbe incidere poco anche nel 2025".
5. Finanza Pubblica: Deficit, Debito e Spesa per Interessi:
- Il deficit pubblico è previsto attestarsi al -3,2% del PIL nel 2025 e al -2,8% nel 2026, creando le condizioni per uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo nel 2027.
- La spesa per interessi è stimata in aumento, raggiungendo 90,1 miliardi nel 2026 (3,9% del PIL), nonostante un calo dello spread previsto.
- Il debito pubblico in rapporto al PIL è stimato in aumento, raggiungendo il 137,6% nel 2026.
6. Politica Monetaria della BCE e Tassi di Interesse:
- Si prevede un proseguimento del taglio dei tassi da parte della BCE fino a dicembre 2025, portando la politica monetaria al tasso neutrale (attorno al 2,0%).
- I tassi di interesse sono scesi rispetto ai picchi, ma gli effetti positivi su consumi e investimenti si sono manifestati solo in parte, poiché i tassi rimangono elevati e l'attesa di ulteriori tagli potrebbe aver indotto un effetto "attesa" tra gli operatori.
- La BCE sta anche riducendo il suo bilancio tramite il mancato reinvestimento dei titoli in scadenza.
7. Commercio Estero e Bilancia dei Pagamenti:
- L'export di beni italiani negli USA è significativo, rappresentando oltre il 10% del totale nel 2024 (65 miliardi di euro). La crescita di tale export ha contribuito per 4,5 punti all'incremento dell'export totale italiano tra il 2019 e il 2023. I settori più esposti sono bevande, farmaceutica, autoveicoli e altri mezzi di trasporto.
- La ripresa del commercio internazionale è prevista più lenta del previsto a causa dell'incertezza legata ai dazi.
- Il saldo dei servizi è migliorato grazie al turismo, mentre il deficit alla voce redditi rimane ampio a causa degli alti rendimenti dei prestiti e depositi a breve termine detenuti all'estero, ma è atteso in miglioramento.
8. Settori Specifici dell'Industria Italiana:
- L'industria italiana sta vivendo una crisi di produzione, ma non generalizzata a valore aggiunto, investimenti, esportazioni e occupazione.
- L'automotive è il settore più colpito (-22,6% nel 2024), seguito da alcuni settori della moda come tessile, abbigliamento e pelletteria, che mostrano cali più accentuati rispetto ad altre economie europee.
- Il settore farmaceutico e quello degli "altri mezzi di trasporto" potrebbero beneficiare di cambiamenti nel commercio internazionale e dell'aumento della domanda di armamenti.
- Nonostante i segnali di miglioramento qualitativi, i primi dati sul fatturato del settore manifatturiero nel 2025 indicano una persistente debolezza.
9. PNRR: Attuazione e Impatto:
- L'implementazione del PNRR avrà un impatto positivo nel biennio 2025-2026, con circa 130 miliardi di risorse programmate. Lo scenario prevede una spesa di circa la metà (65 miliardi).
- Una spesa inferiore alle attese del PNRR rappresenterebbe un rischio al ribasso per la crescita degli investimenti e del PIL.
- Il PNRR dovrebbe sostenere gli investimenti in costruzioni non residenziali, compensando il calo negli investimenti in abitazioni.
10. Inflazione ed Energia:
- L'inflazione in Italia e in Europa sta seguendo un percorso di graduale normalizzazione, ma con velocità diverse tra paesi. Un nuovo rincaro energetico potrebbe rallentare questo processo e spingere le banche centrali a ritardare i tagli dei tassi.
- L'aumento dei prezzi energetici nel 2025 ("energia più cara nel 2025") minaccia la competitività delle imprese italiane e riduce il reddito disponibile delle famiglie.
11. Confronto Internazionale: USA, Cina ed Eurozona:
- Stati Uniti e Cina hanno contribuito significativamente alla crescita mondiale nel 2024, mentre il contributo della UE è stato modesto. Si prevede una leggera convergenza nel biennio 2025-2026.
- Le differenze di performance sono in parte spiegate dalla ricchezza relativa in termini di risorse minerarie.
- Gli Stati Uniti continuano ad attrarre IDE, mentre per l'UE si prevede una possibile parziale risalita dei flussi.
- Viene analizzata la dinamica del PIL, dei consumi e degli investimenti negli Stati Uniti, evidenziando un possibile rallentamento nel 2025 e una successiva ripresa.
- La Cina punta a una crescita del PIL "attorno al +5,0%" nel 2025, sostenuta da stimoli fiscali, ma con una domanda interna ancora debole e tensioni commerciali con gli USA.
12. Effetti dei Dazi Americani sull'Italia:
- L'introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti rappresenta un rischio significativo per l'economia italiana, data l'elevata esposizione commerciale.
- Uno scenario di ritorsioni tariffarie avrebbe un impatto negativo sul PIL italiano, sugli investimenti (in particolare in macchinari) e sull'export. Si prevede una riduzione dell'export di beni fino al -2,2% nel 2026 in uno scenario di dazi reciproci.
13. Sostenibilità e Transizione Energetica:
- L'Italia ha politiche ambientali stringenti che hanno incentivato gli investimenti in tecnologie sostenibili.
- L'intensità delle emissioni di gas serra della manifattura italiana è in calo dal 2008, indicando un impegno verso la sostenibilità.
- Viene analizzato il mix energetico globale e italiano, evidenziando la dipendenza dal gas in Italia e le prospettive di crescita delle rinnovabili.
14. Debolezza Strutturali Europee:
- Viene ribadita la debolezza strutturale dell'Europa in termini di investimenti in R&S, dimensione e capitalizzazione delle imprese, e dinamismo dei mercati finanziari rispetto a USA e Cina.
- L'arretratezza dell'UE nel numero di brevetti registrati rispetto alla Cina, con i tassi di crescita attuali, potrebbe portare a un sorpasso nei prossimi anni.
- Viene sottolineata l'urgenza di avanzare sulla realizzazione della Capital Markets Union per stimolare lo sviluppo dei mercati finanziari europei.
Conclusioni
Il "Rapporto di previsione primavera 2025" delinea un quadro economico complesso per l'Italia, con una crescita moderata sostenuta principalmente dai consumi, ma frenata dalle incertezze globali e da debolezze strutturali. L'attuazione efficace del PNRR rappresenta un'opportunità cruciale per sostenere gli investimenti, in particolare nel settore delle costruzioni. Tuttavia, la minaccia di un'escalation protezionistica, innescata dai dazi americani, pone rischi significativi per l'export e la crescita complessiva. La politica monetaria della BCE è vista come un fattore di supporto potenziale, ma i suoi effetti dipenderanno dalla velocità e dall'entità dei futuri tagli dei tassi. Infine, il rapporto sottolinea la necessità di affrontare le debolezze strutturali dell'Europa, come il sottodimensionamento delle imprese e la carenza di investimenti in R&S, per garantire una crescita più robusta e sostenibile nel lungo termine.