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  • Congiuntura Flash Aprile 2025
    Analisi Congiunturale e Scenari :

    Congiuntura Flash Aprile 2025

Analisi Congiunturale e Scenari

Congiuntura Flash Aprile 2025

Il documento Congiuntura Flash di aprile 2025 del Centro Studi Confindustria delinea un quadro economico caratterizzato da crescente incertezza, principalmente dovuta all'introduzione e all'annuncio di nuovi dazi a livello globale, in particolare da parte degli Stati Uniti. Questa incertezza, nonostante la diminuzione dei tassi di interesse da parte della BCE e la riduzione dei prezzi dell'energia, sta deteriorando le prospettive di crescita per l'Italia e l'economia mondiale (Fonte: Centro Studi Confindustria).

Punti Chiave e Dettagli

1. Quadro Macroeconomico Italiano

  • PIL in crescita modesta: Prevista una crescita modesta del PIL nel primo trimestre 2025, con un rallentamento nei servizi e un calo meno pronunciato nell'industria.
  • Impatto dei dazi e dell'incertezza: L'ondata di incertezza generata dai dazi sta frenando gli scambi commerciali e, unitamente all'instabilità dei mercati finanziari, le decisioni di spesa e investimento delle imprese.
  • Beneficio dalla riduzione dei costi energetici: Un elemento positivo è la diminuzione del costo dell'energia. Il prezzo del gas (TTF) e dell'elettricità (PUN) sono in calo rispetto a febbraio, così come il prezzo del petrolio.
  • Inflazione: Prevista in calo dopo un aumento a marzo (+1,9%) dovuto al rincaro degli energetici (+2,6% annuo). L'inflazione core è in moderata discesa (+1,6%).
  • Tassi di interesse in diminuzione: La BCE ha continuato a tagliare i tassi, portandoli al 2,25%. I mercati si aspettano ulteriori tagli entro il 2025 e una stabilizzazione nel 2026. Il tasso pagato dalle imprese italiane è già sceso al 3,99% a febbraio.
  • Preoccupazione per gli investimenti: Il clima di fiducia delle imprese è in deterioramento per il secondo mese consecutivo, scendendo sotto la media del 2024. L'aumento dell'incertezza di politica economica frena le decisioni di investimento.
  • Consumi deboli: Nel quarto trimestre 2024 si è registrata una correzione al ribasso del reddito reale delle famiglie (-0,6%). Gli indicatori di inizio 2025 (vendite al dettaglio stazionarie a febbraio e calo della fiducia delle famiglie a marzo) non segnalano una ripresa.
  • Mercato del lavoro in crescita: Nonostante il rallentamento dell'attività economica, l'occupazione continua a crescere (+1,0% su base bimestrale). Anche la disoccupazione è in calo.

2. Performance dei Settori

  • Servizi in frenata: Nonostante un buon inizio d'anno per il turismo, altri indicatori (fatturato in forte calo a febbraio, espansione più moderata del PMI a marzo, riduzione della fiducia delle imprese) segnalano una frenata nel settore dei servizi.
  • Industria a rischio crisi strutturale con i dazi: Dopo un rimbalzo a gennaio, la produzione industriale è calata a febbraio (-0,9%). Il settore manifatturiero è particolarmente esposto agli effetti negativi dei dazi.

3. Mercati Finanziari

  • Borse in ribasso: Si è verificata una brusca correzione dei listini azionari negli USA e in Europa, innescata dall'introduzione dei dazi USA. Nonostante un parziale recupero, gli indici S&P 500 e FTSE Italia hanno registrato cali significativi nel mese di aprile

4. Contesto Internazionale

  • Eurozona: L'industria mostra debolezza, con la produzione in calo in Francia e Spagna nel primo trimestre 2025. Il PMI manifatturiero è negativo per l'intera Eurozona.
  • USA: La crescita è stata buona nel primo trimestre 2025 prima dell'annuncio dei dazi, con un miglioramento della produzione industriale e delle vendite al dettaglio. Tuttavia, il forte calo della fiducia dei consumatori fa presagire una flessione nei prossimi mesi.
  • Cina: Si registra un'accelerazione della manifattura a marzo, spinta da nuovi ordini esteri, probabilmente un effetto "frontload" per anticipare l'entrata in vigore dei dazi. Nei prossimi mesi è attesa una frenata della domanda estera.

5. Impatto dei Dazi

  • Aumento significativo delle barriere commerciali: I dazi USA su un'ampia gamma di beni importati e le elevate barriere tra Stati Uniti e Cina raggiungono livelli record.
  • Impatto negativo sull'economia USA: I dazi sono considerati una tassa che spinge al rialzo i prezzi e frena la domanda interna negli Stati Uniti. L'incertezza politica riduce la fiducia e aumenta la volatilità finanziaria.
  • Stagnazione del commercio mondiale: L'incertezza globale frena l'attività commerciale e di investimento. Si prevede una stagnazione del commercio mondiale nel biennio 2025-2026.
  • Ricomposizione delle filiere globali: Il disaccoppiamento tra USA e Cina porterà a una riorganizzazione delle filiere, con possibili perdite di efficienza e aumento dei costi.
  • Implicazioni per l'UE: Un calo delle importazioni cinesi negli USA potrebbe teoricamente favorire le esportazioni europee, ma in un contesto di domanda globale debole. È probabile un aumento della pressione competitiva deflazionistica dovuta alla sovraproduzione cinese, rendendo necessarie misure di salvaguardia e antidumping. Sussiste il rischio di perdita di capacità produttiva in Europa a favore degli Stati Uniti.
  • Connessioni profonde con l'Italia: Gli Stati Uniti sono un mercato cruciale per l'Italia per beni, servizi e investimenti diretti esteri. Il manifatturiero italiano esporta una parte significativa della sua produzione negli USA.
  • Impatto sulla crescita italiana: Una simulazione del CSC stima che dazi e incertezza causeranno una minore crescita del PIL italiano di -0,3% nel 2025-2026, a causa della riduzione dell'export di beni e degli investimenti in macchinari. È cruciale evitare ritorsioni tariffarie UE e concludere nuovi accordi commerciali con altri partner.

Conclusioni

Il quadro congiunturale di aprile 2025 è segnato da un'elevata incertezza a livello globale, alimentata principalmente dalle politiche commerciali protezionistiche degli Stati Uniti. Nonostante alcuni fattori positivi come la diminuzione dei tassi di interesse e dei costi energetici, l'impatto negativo dei dazi sul commercio internazionale e sulla fiducia delle imprese sta frenando la crescita economica, sia a livello globale che in Italia. Il settore manifatturiero italiano, con forti legami commerciali con gli USA, è particolarmente vulnerabile. La necessità di risposte politiche adeguate, come l'evitare ritorsioni tariffarie e la promozione di nuovi accordi commerciali, emerge come cruciale per mitigare gli effetti negativi e sostenere la crescita.