

Analisi Congiunturale e Scenari
Congiuntura Flash Maggio 2025
L'analisi della Congiuntura Flash di maggio 2025 rivela un quadro economico complesso, caratterizzato da una crescita inaspettata nel primo trimestre in Italia e nell'Eurozona, ma offuscato da crescenti incertezze per il futuro. Il principale fattore di rischio è rappresentato dall'imposizione di dazi da parte dell'Amministrazione Trump, che minaccia di frenare l'export e gli investimenti, colpendo in particolare l'industria italiana che mostrava i primi segni di ripresa dopo un lungo periodo di calo.
A livello globale, si osserva un calo dei prezzi dell'energia (gas e petrolio), che contribuisce a un allentamento delle pressioni inflazionistiche nell'Eurozona e spinge la BCE a proseguire con i tagli dei tassi d'interesse. Al contrario, la FED statunitense è orientata a mantenere i tassi elevati a causa di un'inflazione più persistente, esacerbata proprio dai dazi. Le principali economie mondiali presentano andamenti divergenti: il PIL statunitense ha registrato una leggera contrazione nel primo trimestre, pur mantenendo un mercato del lavoro robusto; la Cina continua a crescere a ritmi sostenuti, spinta dall'export; l'Eurozona, dopo un avvio d'anno positivo, si appresta a rallentare.
Un'analisi approfondita evidenzia la performance eccezionale della Spagna, la cui economia cresce a ritmi significativamente superiori a quelli italiani da oltre un decennio. La crescita spagnola è robusta, trainata dalla domanda interna e diffusa in tutti i settori, non solo turismo e costruzioni. Questo dinamismo, unito a costi di finanziamento del debito pubblico più bassi rispetto all'Italia, pone la Spagna come un modello di crescita resiliente nell'area euro.
I. Scenario Economico Italiano: Ripresa a Rischio
Crescita e prospettive future
L'economia italiana ha mostrato una resilienza superiore alle attese nel primo trimestre del 2025, registrando una crescita del PIL del +0,3%. Questo risultato è stato sostenuto in particolare dal settore industriale, che ha interrotto una serie negativa di cinque trimestri consecutivi.
Tuttavia, le prospettive per il secondo trimestre sono orientate a una frenata. I fattori determinanti di questo rallentamento atteso sono:
- Incertezza geopolitica e commerciale: le politiche sui dazi dell'Amministrazione Trump generano un clima di forte incertezza.
- Fiducia in calo: la fiducia delle imprese è in diminuzione per il terzo mese consecutivo (91,5 in aprile da 93,2), minando le prospettive di investimento.
- Impatto su export e investimenti: questi due aggregati sono i più esposti agli effetti negativi dei dazi e del clima di incertezza globale.
Dinamiche dei settori chiave
- Industria: la produzione industriale ha chiuso il primo trimestre con un recupero del +0,4%(+0,1% a marzo), un segnale positivo dopo un lungo declino. Ciononostante, il settore è ora il più esposto al rischio dazi. I primi dati di aprile post-dazi sono contrastanti: il PMI manifatturiero segnala un quasi esaurimento della flessione (49,3 da 46,6), ma la fiducia delle imprese continua a scendere.
- Servizi: l'andamento del settore terziario è incerto. Da un lato, il turismo continua a crescere, con un aumento della spesa degli stranieri del +6,7%annuo a febbraio. Dall'altro, l'indicatore RTT servizi (CSC-TeamSystem) mostra un calo del fatturato nel primo trimestre. La fiducia delle imprese del settore è in calo a causa della flessione degli ordini, sebbene l'indice HCOB-PMI indichi ancora una moderata espansione (52,9 in aprile).
- Investimenti: gli indicatori relativi agli investimenti sono tutti negativi nei primi quattro mesi del 2025. Oltre al calo della fiducia, si registra un forte aumento dell'incertezza e giudizi stabili ma su livelli bassi per gli ordini di beni strumentali, con attese deboli sui nuovi ordinativi.
- Consumi: le indicazioni sono miste. La continua crescita dell'occupazione sostiene il reddito reale delle famiglie. Tuttavia, il calo della fiducia dei consumatori registrato a marzo-aprile potrebbe portare a un aumento della propensione al risparmio, frenando la spesa. Le vendite al dettaglio sono diminuite nel primo trimestre (-0,5%), mentre le immatricolazioni di auto mostrano un lieve recupero (+2,7% annuo in aprile).
Commercio Estero
L'export italiano di beni ha registrato una crescita del +4,6% in valore nel primo trimestre del 2025 rispetto al quarto del 2024, prima dell'entrata in vigore dei dazi statunitensi. La dinamica è stata positiva sia verso i mercati UE, grazie a una ripresa in Germania (+5,4% sul Q1 2024), sia extra-UE. In particolare, si è verificato un balzo delle vendite negli USA a marzo (+11,8% nel trimestre), probabilmente per anticipare l'applicazione dei dazi. Le vendite in Cina, invece, rimangono in calo. Nonostante la crescita dell'export, anche l'import è aumentato, determinando un contributo negativo dell'export netto alla crescita del PIL nel primo trimestre.
II. Contesto globale e politiche monetarie
Andamento dei prezzi e politiche monetarie divergenti
- Prezzi energetici in calo: si assiste a una significativa riduzione dei prezzi dell'energia. Il gas in Europa (TTF) è sceso a 33 €/mwha maggio, dai 50 di febbraio, rimanendo comunque ben al di sopra dei livelli pre-pandemia (14 €/mwh nel 2019). Anche il prezzo del petrolio è in calo (62 $/barile a maggio da 76 a febbraio) a causa delle minori attese sulla domanda globale. Il prezzo dell'elettricità in Italia (PUN) è sceso a 88 €/mwh, ma permane un divario con gli altri paesi europei.
- BCE vs. FED: le traiettorie delle banche centrali divergono.
- BCE: nell'Eurozona, l'inflazione (+2,2% in aprile) è attesa in calo grazie al ribasso dei prezzi energetici e al rafforzamento dell'euro. Questo scenario permette alla BCE di proseguire con i tagli dei tassi, già portati al 2,25%. Questa politica monetaria più accomodante dovrebbe stimolare il credito alle imprese italiane (-1,1% annuo a marzo).
- FED: negli USA, l'inflazione è più alta (+2,3% in aprile) e si prevede che cresca a causa dell'effetto dei dazi sui prezzi all'importazione e della svalutazione del dollaro. Di conseguenza, la FED dovrebbe mantenere i tassi fermi al 4,50%.
Analisi delle principali economie
- Eurozona: il PIL dell'area è cresciuto del +0,3%nel primo trimestre, trainato dalla Spagna (+0,6%), seguita da Germania (+0,2%) e Francia (+0,1%). L'industria tedesca ha mostrato un forte recupero (+1,7% nel trimestre). Tuttavia, per il secondo trimestre si profila una frenata, con i PMI manifatturieri che ad aprile rimangono sotto la soglia di espansione e un deterioramento generale del clima di fiducia.
- Stati Uniti: il PIL statunitense ha registrato una contrazione del -0,1%nel primo trimestre. Il calo è dovuto principalmente al brusco peggioramento della domanda estera netta (-1,2% il contributo al PIL). I consumi (+0,3%) e gli investimenti (+0,3%) hanno mantenuto una dinamica positiva. Nonostante la flessione del PIL, l'economia mostra segnali di tenuta, come la buona dinamica degli occupati (+177 mila unità ad aprile).
- Cina: l'economia cinese è cresciuta del +5,4%nel primo trimestre, spinta da manifattura, costruzioni ed esportazioni, quest'ultime gonfiate dalle spedizioni anticipate per i dazi USA. Ad aprile, l'export è ancora in crescita (+8,1% annuo) e il PMI manifatturiero resta in territorio positivo (50,4), sebbene in rallentamento a causa del calo degli ordini esteri.
III. Focus Spagna: un modello di crescita robusta
Performance economica superiore
L'economia spagnola sta registrando da anni una crescita nettamente superiore a quella italiana.
- Crescita storica: nel periodo 2014-2019, il PIL spagnolo è cresciuto in media del +1,6%annuo, il doppio dell'Italia (+0,8%).
- Crescita recente: dopo la pandemia, la Spagna ha mostrato un'espansione robusta: +2,7%nel 2023 e +3,2% nel 2024, contro una media italiana del +0,7% annuo.
La crescita del 2024 è stata trainata dalla domanda interna, con un aumento dei consumi (+2,9%) e degli investimenti (+3,0%). Dal lato dell'offerta, la crescita è stata diffusa a tutti i settori: industria (+2,7%), costruzioni (+2,1%) e servizi (+3,9%).
Confronto settoriale e strutturale con l'Italia
- Industria: sebbene la Spagna sia meno manifatturiera dell'Italia (12,7% del VA totale contro il 16,8%), il settore dell'automotiveha un peso maggiore (11,6% sulla manifattura contro il 5,7% italiano) e ha mostrato una maggiore resilienza. La produzione auto spagnola è calata del -7,7% nel 2023-2024, a fronte di un crollo del -36,0% in Italia. Inoltre, in Spagna crescono settori ad alto valore aggiunto come elettronica (+17,7% nel 2024), farmaceutica (+10,0%) e chimica (+3,4%).
- Turismo: la Spagna è il secondo paese al mondo per arrivi turistici, superando l'Italia (quarta). Il settore "alberghi-ristoranti" pesa per il 6,4%sul valore aggiunto spagnolo, contro il 3,9% in Italia. Entrambi i paesi affrontano la sfida dell'over-tourism.
"Gemelli Diversi": similarità e vantaggi competitivi
Spagna e Italia condividono alcune caratteristiche, come i divari territoriali interni e l'esperienza della crisi dei debiti sovrani. Tuttavia, emergono differenze cruciali che favoriscono la Spagna:
- Costo del Debito: i rendimenti dei titoli di Stato decennali spagnoli sono strutturalmente più bassi di quelli italiani (3,15% vs 3,55%nei primi cinque mesi del 2025). Questo differenziale di 0,40 punti percentuali favorisce consumi e investimenti in Spagna.
- Politica Fiscale: la forte crescita del PIL ha permesso alla Spagna di ridurre deficit (3,2% nel 2024) e debito (101,8%), configurando una politica fiscale espansiva per il 2025, supportata anche dal PNRR.
- Mercato di Sbocco: pur essendo un concorrente, la Spagna rappresenta il 4° mercato di destinazione per i beni italiani, e la sua crescita robusta genera quindi un effetto positivo anche per l'economia italiana.