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  • Sintesi Bollettino Economico Banca d'Italia n.3/2025
    Analisi Congiunturale e Scenari :

    Sintesi Bollettino Economico Banca d'Italia n.3/2025

Analisi Congiunturale e Scenari

Sintesi Bollettino Economico Banca d'Italia n.3/2025

Il Bollettino Economico n. 3/2025 della Banca d'Italia offre un'analisi approfondita della congiuntura economica internazionale e italiana. Il quadro economico globale è dominato da una profonda incertezza, alimentata da instabilità geopolitica e, in modo preminente, dalle aggressive politiche commerciali statunitensi (Fonte: Banca d'Italia).

L'annuncio di nuovi dazi ad aprile 2025 ha innescato una significativa volatilità, distorcendo i flussi commerciali e pesando sull'attività economica globale. Questo ha portato a una contrazione del PIL statunitense nel primo trimestre del 2025 (-0,5%), la prima in tre anni, causata da un anomalo aumento delle importazioni in previsione delle tariffe. Anche la Cina continua a mostrare debolezza, frenata dalla domanda interna e dalla crisi immobiliare.

In questo contesto, le principali banche centrali hanno adottato orientamenti divergenti. La Banca Centrale Europea ha proseguito il suo ciclo di allentamento, riducendo i tassi di riferimento di ulteriori 50 punti base tra aprile e giugno e portando il tasso sui depositi al 2,0%. Al contrario, la Federal Reserve ha mantenuto i tassi invariati, citando proprio l'incertezza legata ai dazi.

L'area dell'euro ha registrato una crescita superiore alle attese nel primo trimestre (+0,6%), sostenuta proprio dall'anticipazione delle esportazioni verso gli Stati Uniti, ma ha mostrato un indebolimento nei mesi primaverili. L'inflazione nell'area si mantiene coerente con l'obiettivo del 2%. L'economia italiana ha seguito un andamento simile, con una crescita del PIL dello 0,3% nel primo trimestre, ma con segnali di rallentamento nel secondo. Il mercato del lavoro italiano si conferma robusto, con un tasso di disoccupazione ai minimi storici, mentre l'inflazione resta contenuta, proiettata all'1,5% per il 2025.

I mercati finanziari hanno reagito con marcata volatilità. Si è assistito a un deprezzamento del dollaro statunitense e a un parallelo rafforzamento dell'euro, che ha attratto investimenti in cerca di alternative sicure. Per l'Italia, si è registrata una forte contrazione del differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali e i Bund tedeschi, sceso ai livelli più bassi degli ultimi 15 anni, supportata da una solida domanda estera e da valutazioni più favorevoli da parte delle agenzie di rating.

1. Contesto Economico Internazionale: Tensioni Commerciali e Rallentamento Globale

1.1. Impatto delle Politiche Commerciali sull'Attività Economica

Il ciclo economico internazionale è gravato da un'incertezza sulle politiche commerciali definita "eccezionalmente elevata". Questa è alimentata da una sequenza di annunci, sospensioni e nuove misure tariffarie da parte dell'amministrazione statunitense, nonché dall'esito imprevedibile dei negoziati con i principali partner commerciali.

  • Stati Uniti: nel primo trimestre del 2025, il PIL statunitense è diminuito per la prima volta dall'inizio del 2022, registrando una contrazione dello 0,5%. Questo calo è stato determinato da un "eccezionale e temporaneo aumento delle importazioni", dovuto all'anticipazione degli acquisti in vista dell'entrata in vigore dei nuovi dazi.
  • Cina: l'attività economica rimane debole, penalizzata dalla domanda interna, dalla crisi del mercato immobiliare e da un indebolimento delle esportazioni, in particolare verso gli Stati Uniti.
  • Commercio Mondiale: l'aumento delle importazioni statunitensi ha causato un'accelerazione transitoria del commercio mondiale nel primo trimestre. Tuttavia, le prospettive rimangono deboli, con gli indici globali degli ordini esteri diminuiti drasticamente. L'OCSE ha nuovamente rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL globale e del commercio internazionale per il 2025.

1.2. Andamento dei Mercati Finanziari e Valutari

I mercati hanno mostrato elevata volatilità e segnali di una ridotta esposizione degli investitori verso attività denominate in dollari.

  • Rendimenti Sovrani: i rendimenti dei titoli di Stato decennali statunitensi sono aumentati fino a fine maggio, spinti dai timori sulle prospettive delle finanze pubbliche e dalla revisione al ribasso del merito di credito da parte di Moody's. Nell'area dell'euro, invece, i rendimenti sono diminuiti, soprattutto nei paesi con percorsi di consolidamento fiscale.
  • Spread Italiano: il differenziale di rendimento tra i BTP decennali italiani e i Bund tedeschi si è contratto di 39 punti base, raggiungendo circa 85 punti base, "sui valori più bassi degli ultimi 15 anni". Questo è stato sostenuto da valutazioni più favorevoli delle agenzie di rating (Standard & Poor's ha alzato il rating a BBB+ e Moody's ha migliorato l'outlook a positivo).
  • Mercati Azionari: dopo forti perdite iniziali a seguito dell'annuncio dei dazi il 2 aprile, i principali indici azionari globali hanno più che recuperato, beneficiando del parziale allentamento delle tensioni e di dati positivi sugli utili aziendali.
  • Tassi di Cambio: il dollaro statunitense si è indebolito in modo significativo, in particolare nei confronti dell'euro. A differenza di episodi passati di turbolenza, il dollaro si è deprezzato anche in fasi di avversione al rischio, suggerendo una ricerca da parte degli investitori di "attività sicure alternative al dollaro". L'euro si è apprezzato e il prezzo dell'oro è cresciuto sensibilmente.

1.3. Orientamenti delle Politiche Monetarie

  • Federal Reserve (USA): nella riunione di giugno, ha lasciato invariati i tassi di riferimento (4,25-4,50%), confermando un atteggiamento cauto a causa dell'incertezza legata ai dazi.
  • Banca Centrale Europea (Area Euro): ha proseguito il ciclo di allentamento monetario (dettagli nella sezione successiva).
  • Altre Banche Centrali: anche la Bank of England e la Banca del Giappone hanno mantenuto i tassi invariati. La Banca Centrale Cinese ha confermato un orientamento accomodante per sostenere l'economia.

2. L'Economia dell'Area dell'Euro

2.1. Dinamica del PIL e Prospettive

Nel primo trimestre del 2025, il PIL dell'area dell'euro è cresciuto dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, un dato "molto più sostenuto rispetto alle attese".

  • Motori della Crescita: la dinamica è stata trainata dal forte incremento delle esportazioni di beni verso gli Stati Uniti, in anticipazione dei dazi. Un contributo eccezionale (oltre 0,3 punti percentuali) è venuto dalla crescita del PIL irlandese (+9,7%).
  • Rallentamento nel Secondo Trimestre: gli indicatori congiunturali segnalano un indebolimento dell'attività nei mesi primaverili, a causa del venir meno della forte domanda statunitense e di una domanda interna frenata dall'incertezza.
  • Proiezioni dell'Eurosistema: le previsioni di giugno indicano una crescita del PIL dell'1,0% in media nel biennio 2025-26. L'instabilità delle politiche commerciali rappresenta il principale fattore di rischio.

2.2. Inflazione e Politica Monetaria della BCE

L'inflazione al consumo si mantiene sotto controllo, coerente con gli obiettivi della BCE.

  • Dinamica dei Prezzi: a giugno, l'inflazione al consumo si è attestata al 2,0%, mentre l'inflazione di fondo (esclusi energetici e alimentari) è rimasta stabile al 2,3%. Si osserva una dinamica molto debole per i prezzi dei beni industriali non energetici (+0,5%) e una più sostenuta per i servizi (+3,3%).
  • Riduzione dei Tassi Ufficiali: nelle riunioni di aprile e giugno, il Consiglio direttivo della BCE ha ridotto il tasso sui depositi di complessivi 50 punti base, portandolo al 2,0%. La diminuzione totale dall'inizio del ciclo di allentamento (giugno 2024) è di 200 punti base.
  • Impatto delle Tensioni Commerciali: il bollettino evidenzia che un riorientamento delle esportazioni cinesi verso l'Europa potrebbe accentuare le pressioni competitive e deprimere i listini, con un potenziale effetto disinflazionistico sull'inflazione complessiva dell'area stimato in circa 0,1-0,2 punti percentuali nel biennio.

2.3. Mercato del Credito

La riduzione dei tassi ufficiali continua a trasmettersi al costo del credito.

  • Costo dei Prestiti: il tasso di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie è sceso al 3,6% a maggio (dal 4,1% di febbraio).
  • Dinamica dei Finanziamenti: i prestiti alle imprese hanno accelerato (+2,5% annuo), guidati dalla componente a breve e medio termine. La domanda di finanziamenti a lungo termine per investimenti fissi rimane debole, frenata dall'incertezza economica.

3. L'Economia Italiana

3.1. Fase Ciclica e Proiezioni di Crescita

L'economia italiana ha mostrato una moderata espansione, sebbene esposta ai rischi del contesto internazionale.

  • Andamento del PIL: nel primo trimestre del 2025, il PIL è cresciuto dello 0,3%, sostenuto dall'aumento di consumi, investimenti e, in misura minore, dalla domanda estera statunitense. Il valore aggiunto è cresciuto in modo marcato nell'industria (+1,1%) e nelle costruzioni (+1,4%), quest'ultimo sospinto dal PNRR.
  • Rallentamento nel Secondo Trimestre: le stime indicano una crescita più contenuta nei mesi primaverili, con un'attenuazione della dinamica degli investimenti e un contributo lievemente negativo della domanda estera netta.
  • Proiezioni della Banca d'Italia: la crescita del PIL è prevista allo 0,6% nel 2025 e allo 0,8% nel 2026. L'inasprimento delle politiche commerciali è valutato sottrarre alla crescita circa 0,5 punti percentuali nel triennio 2025-27.

3.2. Imprese, Lavoro e Consumi

  • Attività delle Imprese: la produzione industriale è cresciuta nel primo trimestre per la prima volta dalla primavera del 2022, ma ha rallentato nel secondo. Le indagini indicano che circa il 30% delle imprese manifatturiere ha subito un calo della domanda a causa dei dazi statunitensi. L'attività nei servizi e nelle costruzioni continua a espandersi moderatamente.
  • Mercato del Lavoro: il mercato del lavoro si conferma un punto di forza. Nel primo trimestre, il numero di occupati è salito dello 0,7% e il tasso di partecipazione è aumentato. Il tasso di disoccupazione si mantiene su minimi storici (6,3% nel bimestre aprile-maggio). Le retribuzioni contrattuali, pur rallentando lievemente, si mantengono su una dinamica superiore all'inflazione.
  • Spesa delle Famiglie: i consumi sono cresciuti moderatamente (+0,2% nel T1), sostenuti dal recupero del potere d'acquisto. Tuttavia, la fiducia risente dell'incertezza, mantenendo elevata la propensione al risparmio.

3.3. Inflazione e Condizioni di Finanziamento

  • Dinamica dei Prezzi: l'inflazione rimane contenuta. A giugno, l'indice armonizzato si è collocato all'1,7%, con una componente di fondo all'1,9%. Le attese di famiglie e imprese confermano una crescita moderata dei prezzi.
  • Credito: la contrazione dei finanziamenti alle società non finanziarie si è attenuata (-1,4% annuo a maggio), ma rimane rilevante per le piccole imprese (-8,7%). La domanda di credito è contenuta e le politiche di offerta delle banche restano prudenti a causa dell'incertezza economica. I tassi sui nuovi prestiti alle imprese sono scesi al 3,7%.

3.4. Scambi con l'Estero e Finanza Pubblica

  • Bilancia dei Pagamenti: nel primo trimestre, le esportazioni in volume sono aumentate, spinte anche dall'anticipazione degli acquisti statunitensi. Il saldo di conto corrente è rimasto in avanzo (1,2% del PIL). È proseguita la robusta domanda di titoli pubblici italiani da parte degli investitori esteri, che hanno assorbito circa due terzi delle emissioni nette del Tesoro. La posizione netta sull'estero si conferma ampiamente creditoria (12,8% del PIL).
  • Finanza Pubblica: il Documento di finanza pubblica 2025 prevede un'evoluzione della spesa netta coerente con gli accordi europei. La Commissione Europea ha valutato positivamente il percorso di rientro dell'Italia dal disavanzo eccessivo. A fine aprile, il debito pubblico si è attestato a 3.063 miliardi di euro.